“Kim ! Dove stiamo andando? Lo sai
che non possiamo uscire dallo stabilimento... ci sono gli umani” la
voce rimbombò sopra la città come un tuono sembrava incredibilmente
potente eppure Jenny era solo uan ragazzina di 19 anni.
“E chi se ne frega?” rispose la
voce di Kim soffocando le risate. “non è che possono dirci
niente.”
“non vorrai mica uccisderli di
proposito... lo sai che è vietato”
“ma no! Voglio solo un posto dove
possiamo starcene tranquille senza tutti quei ragazzi che ci
fissano.”
I tremori intorno alla città si fecero
più forti seguendo il ritmo dei passi enormi delle due gigantesse
che stavano sconfinando. La popolazione umana e quella gigante
avevano sempre convissuto più o meno pacificamente fino a quel
momento. Per fortuna i gulliveriani non avevano mai sentito la
necessità di espandersi nelle terre popolate da umani. Addirittura
avevano votato leggi per salvaguardare le loro città. Almeno in
teoria per un gulliveriano lo sconfinamento era un reato grave. In
pratica però non era raro che qualche città umana subisse “danni
accidentali” a causa di gulliveriani distratti. Era opinione comune
nel popolo dei giganti che gli umani fossero semplicemente troppo
piccoli. Di conseguenza moltissimi incidenti venivano tollerati. Dal
punto di vista dei governi umani invece erano vissuti come calamità
naturali. Almeno finché qualche gulliveriano non sconfinava nella
propria città.
Gli abitanti di Kennon City fissarono
terrorizzati le due gigantesse che si stagliavano al di là delle
montagne. Tutti gli umani sapevano dell'esistenza dei gulliveriani,
conoscevano le loro straordinarie dimensioni ma le nozioni
scolastiche non erano sufficienti a preparare la mente a due ragazze
talmente grandi da poter scavalcare le montagne dietro la città
senza il minimo sforzo.
Le ragazze chiacchieravano tra loro
senza badare all'infradito di Jenny che appiattiva decine di edifici
alla periferia cittadina. Ridevano e escherzavano come qualsiasi
ragazza al mare.
La gente in città iniziò a correre in
tutte le direzioni per cercare di salvarsi. Era un gesto futile
considerando che il tallone di Kim era grande quanto uno stadio,
l'intero piede poteva appiattire senza sforzo interi blocchi
cittadini. Le ragazze camminavano in città con passi lenti e
misurati che erano come meteoriti per la popolazione. Le gente
implorava, pregava piangeva cercando un po' di pietà dalle due
ragazze che indifferenti avanzavano verso la costa.
“ah, finalmente un po' di privacy.
Detesto quando tutti mi fissano” disse Kim
“Siamo in mezzo ad una città di
umani, ci staranno fissando tutti”
“Be, loro non contano no? Dai
rilassati, sono solo umani”
Mentre le due gigantesse parlavano in
mezzo alla città la polizia stava cercando di evacuare più gente
possibile prevedendo che presto le ragazze si sarebbero sedute. I
poliziotti si agitavano cercando di controllare la fiumara di gente
cercando di ignorare gli immensi piedi delle titane che si
intravedevano poche strade più in là. Improvvisamente su uno di
questi gruppi si fece buio. Prima che qualcuno potesse realizzare
quello che stava succedendo un enorme pezzo di stoffa cadde su un
gruppo di edifici: il pezzo di sopra del bikini di Kim. I lacci
sottili spessi come treni si sfracellarono sugli edifici demolendoli
o appiattendo le centinaia di persone. Le coppe, di dimensioni
modeste per una gulliveriana, appiattirono interi blocchi cittadini.
La ragazza mandò un sospiro di piacere mentre distendeva il busto.
Il suo seno giovane apparve come una coppia di colline per gli umani
che ebbero il coraggio di guardare. Migliaia di ragazzi in città
osservavano rapiti il seno di Kim mentre anche Jenny procedeva a
mettersi in topless. Le ragazze avanzarono tra gli edifici fino ad
arrivare a bagnarsi i piedi nel porto della città. Molte piccole
navi si erano allontanate ma i grossi traghetti e le navi da crociera
erano ancora troppo vicini. Due sparirono sotto il piede nudo di
Jenny altre si ribaltarono a causa delle onde causate dal passo.
Molti sopravvissuti sperarono che a
questo punto le due gulliveriane andassero a fare il bagno
allontanandosi. Purtroppo per loro le lunghe gambe bronzee di Kim si
piegarono, le mani si poggiarono su alcune aree della città il
lontananza a sostenere il suo giovane corpo mentre si sedeva. La
distruzione causa dal sedere della giovane gulliveriana era
inimmaginabile. L'intero quartiere degli affari sparì sotto se sue
natiche insieme a migliaia di persone. Pochi istanti dopo la ragazza
si distese sulla schiena ridacchiando indifferente al genocidio. Di
fianco a lei Jenny si inginocchiò sulla linea dell'acqua. Distese le
mani. La gente capi cosa stava accadendo prima ancora che lei dicesse
“credo che abbronzerò prima un po' la schiena.” poi si abbassò
la gente urlava e pregava mentre la sua pancia piatta schiacciava
case e palazzi. Quelli che si trovavano più avanti ebbero una
visuale perfetta e agghiacciante della distruzione solo per poi
vedere il seno pieno di Jenny accartocciare i grattacieli sotto il
suo peso. In un attimo un altro quartiere sparì mentre i seni di
Jenny formavano dei confortevoli crateri.
Poco meno di un decimo della città si
era salvato. Ora le ragazze stavano immobili chiacchierando
“Sai, stendersi su una città da una
sensazione fantastica.” disse Jenny
“lo so. Dopo un po' è come sabbia
finissima.” rispose Kim ad occhi chiusi.
“Non ti dispiace un po' per loro?”
chiese Jenny con più curiosità che empatia nella voce.
“E per cosa? Due belle ragazze sono
venute a prendere il sole da loro. Dovrebbero esserci grati.” disse
Kim ridendo.
“in effetti hai ragione. I ragazzi,
quelli sopravvissuti almeno, si staranno godendo lo spettacolo ora.”
“magari invece di starsene con le
mani in mano potrebbero spalmarci un po' d'olio abbronzante”