martedì 26 novembre 2013

i giochi della dea


-che bel paesaggio.- la voce di Jenny per la popolazione fu come un tuono. I pochi vetri che avevano resistito ai suoi passi esplosero al boato di quella voce immensa.
L’ombra della dea era calata sulla città tutta. La gente in preda al panico fuggiva terrorizzata cercando di mettersi in salvo. Le strade erano intasate di auto e persone in una fuga disperata. Le stazioni ferroviarie erano vuote: probabilmente Jenny aveva calpestato per caso i binari e poi nessuno voleva chiudersi in un vagone che sarebbe sfrecciato di fianco alla titana uscendo dalla città. L’aereoporto era andato, schiacciato sotto l’indice della titana insieme al quartiere nord della città.
Alcuni erano immobili sui tetti fissando Jenny atterriti o masturbandosi senza ritegno. Era una montagna, anzi qualcosa di più, seduta sul bordo della città. Dava le spalle alla popolazione ma tutti sapevano che stava sorridendo. Era una donna kilometrica arrivata in città per riposare ed ammirare quello che aveva fatto.
Quello che aveva fatto.
Pietosamente il sensuale corpo di Jenny copriva la visuale a quello che c’era al di là. L’intera regione era stata devastata: enormi crateri dove la ragazza aveva camminato, paesini e città medio piccole ridotte a cumuli di macerie, qua e là pozze di umori vaginali dove la titana aveva sfogato le la sua eccitazione. Al centro, dove prima c’era una città satellite, due enormi crateri creati dal seno immenso di Jenny.
Le ci era voluta mezzora per uccidere cinque milioni di persone . poi si era seduta con tutta la naturalezza di una ragazza in spiaggia. Appiattendo sotto il suo sedere sodo gran parte della zona industriale. Ora ridacchiava, e forse si solleticava ammirando la devastazione che aveva causato.
Le gente la fissava sconvolta: non poteva esistere qualcosa di così grande. I grattacieli erano così piccoli rispetto a lei. La titana era troppo grande. L’esercito era già stato annientato, la popolazione abbandonata.
-sapete perché non vi ho ancora appiattito?- chiese la dea. –Sapete, volevo fare la modella. Ma quando sono arrivata qui per provare mi avete trattato come una troietta qualunque-
La dea si girò verso la città sorridendo. La terra riprese a tremare. Le urla aumentarono in città mentre Jenny si alzava in piedi. Pezzi di città appiattiti dal suo culo piovevano in basso mentre lei si spazzolava con la mano.
-Ora tocca a voi. Vi ho tenuto per ultimi.-
Jenny sollevò il piede e lo tenne sospeso per qualche istante su un quartiere residenziale. Per lei fu solo un semplice passo. Per la popolazione si fece una notte improvvisa. Ebbero solo il tempo di intravedere macerie e cadaveri nelle pieghe del piede di Jenny, poi sparirono appiattiti insieme a case e auto. Nulla poteva resistere alla titana. Era troppo. Il passo fece tremare la città. Poi un altro. Infine Jnny si lasciò cadere sulle ginocchia. Alcuni palazzi crollarono solo per lo spostamento d’aria. Migliaia videro la figa umida di Jenny calare dal cielo incombendo su tutto il centro. La ragazza rideva allegra mentre con un indice appiattiva centinaia di metri di auto in coda e persone urlanti. Poi ebbe come un idea: con una mano sradicò un intero pezzo di città per poi premerlo contro il seno destro. Detriti caddero sulla folla in fuga. La dea disse qualcosa ma non c’era bisogno di capire. Bastava vedere la sua figa umida per capire il suo stato d’animo.
La ragazza titanica scese ulteriormente mettendosi a quattro zampe sulla città. I seni immensi penduli sui grattacieli insignificanti.
-che fate fuggite? Ora inizia lo spettacolo- disse ridendo mentre iniziava ad abbassare il corpo con un sospiro.
Per la gente lo spettacolo era terrificante: le immense mammelle di Jenny scesero lentamente appiattendo migliaia di case come se non fossero mai esistite i più fortunati riuscirono a raggiungere l’orgasmo un attimo prima di essere appiattiti gli altri morirono sotto migliaia di tonnellate di carne profumata. Quelli che si credevano al sicuro, lontano dalla titana, vennero investiti dal suo fiato caldo, nessuna tempesta sulla terra era paragonabile a quel respiro: le persone e le auto volarono via. Alcuni palazzi vennero sradicati dalle fondamenta e scagliati a centinaia di metri di distanza.
Altri videro la mano di Jenny andare all’inguine, le dita allargarono le grandi labbra gocce di eccitazione caddero in basso allagando ed abbattendo alcuni edifici. Ma non era nulla. Lentamente Jenny abbassò il suo sesso inghiottendo l’intera zona finanziaria nella sua figa eccitata.
-mmm!- con delicatezza Jenny ritrasse la mano lasciando chiudere le sue labbra divorando nella figa migliaia di persone. Le ci vollero pochi minuti per raggiungere l’orgasmo.
Lì distesa sulle macerie della città, circondata dall’immensa devastazione che aveva causato Jenny sospirò e poi chiuse gli occhi pensando a cosa avrebbe fatto dopo.
Era la padrona del mondo.

lunedì 19 agosto 2013

Una grande vicina



Il principale problema per la popolazioni lillipuziana è che, al di fuori del continente/isola di Lilliput le loro città si trovano sparse per il mondo mischiate a proprietà umane o gulliveriane (i giganti da ora in poi). A causa di ciò la sopravvivenza di un determinato insediamento dipende molto dai rapporti di vicinato tra le varie etnie.
Il caso di Neter Ville, una città che ospita 2 milioni di lillipuziani nel bel mezzo dei confini gulliveriani è emblematico e spesso presa ad esempio dai sociologi della convivenza pacifica. Neterville sorge infatti nell'angolo nord del giardino di un villino a schiera di proprietà della famiglia Summers. Secondo le ricostruzioni storiche Neterville ha avuto origine da un recinto per lillipuziani istallato nel periodo coloniale. Quando le leggi gulliveriane hanno finalmente riconosciuto i lillipuziani come persone gli antenati dei Summers hanno trovato più comodo fornire ai lillipuziani i materiali per convertire il loro recinto in città che rischiare di uccidere qualcuno nel trasporto verso Lilliput.
Come conseguenza la città ora è grande e florida occupando per un Gulliveriano lo spazio di un tavolino da caffè. Al contrario di molte altre città dalla storia simile Neterville è sopravvissuta a giovani gulliveriani irruenti, discoli o distratti che sono la prima causa di sparizione di una città lillipuziana. Anzi la popolazione di Neterville è sempre trattata con molta cura da tutti i membri della famiglia Summers, il consiglio municipale ha deciso di onorare le varie generazioni di Summers con strade e statue in loro onore.
Nei tempi recenti Vida Summers, la poco più che diciottenne primogenita dei Summers è diventata una rockstar per i lillipuziani per le sue abitudini "scandalose". La giovane gulliveriana pare adorare la sensazione di potenza che ha nei pressi della città. I suoi atteggiamenti provocanti e l'abitudine di intrattenersi in videochat con molti lillipuziani l'hanno fatta assurgere al ruolo di "dea" non ufficiale della città. Questa sua posizione si è rafforzata quando, durante una settimana di vacanza dei signori Summers, la giovane Vida si divertiva a girare in slip nei pressi di Neterville e regalare ai suoi adoratori qualche immagine sensuale di lei. Quello che Vida ignora è che una seconda città lillipuziana si sta sviluppando nella sua camera da letto con i giovani che le saltano addosso durante le sue visite.

Crescita esponenziale 2



Alla periferia della sua coscienza Carmen percepì qualcosa che si sfondava contro il suo corpo e la sensazione di tensione sulla sua pelle ma tutto ciò era secondario rispetto all'immenso orgasmo che stava provando.

Quando il piacere passò si ritrovò stesa su una marea di calcinacci, alta circa 50 metri e totalmente nuda ancora bagnata dei suoi fluidi. si infilò due dita nella figa e tirò fuori la carcassa del suo amante zuppa di sangue e umori. mentre fissava il cadavere sulle sue dita sogghignò pensando alla città intorno a lei...

Era quasi l'alba e Carmen si guardava intorno affascinata dalla sua nuova prospettiva. Tutto sembrava così piccolo e indifeso e lei era enorme. sin dai suoi 13 anni aveva fantasticato di diventare enorme e giocare in una minuscola città e ora ne aveva l'occasione.
era ancora distesa a gambe aperte tra i calcinacci della casa di Tim mentre rifletteva sul prossimo passo da compiere per vivere al meglio quella fantastica esperienza quando vide a qualche metro dal suo piede destro delle persone che scappavano spaventate. decise che era un ottimo inizio e alzo leggermente il piede muovendolo verso i fuggitivi. lentamente per assaporare ogni istante. sentiva le loro grida di terrore e la cosa la eccitava. calò il piede con delicatezza sentendo le ossa sbriciolarsi sotto le sue dita e le grida aumentare progressivamente. iniziò a sentire il sangue delle sue vittime tra le dite e mosse istintivamente per sfregare i corpi tra i suoi magnifici piedi. quando le urla cessarono di botto si sorprese di trovarsi con una mano all'inguine. non era ancora il momento prima voleva divertirsi. avrebbe avuto tutto il tempo per masturbarsi.
si alzò in piedi e osservò affascinata le basse case (2-3 piani) della periferia immaginando cosa era in grado di fare adesso a tutti quegli stronzi indifesi. le case superavano di poco le sue snelle caviglie. Carmen mosse il piede sinistro fino a far entrare di prepotenza le dita nella facciata di un palazzo vicino, mosse un po le sita sentendo mobili e persone che si agitavano su di esse. infine alzò di scatto il piede facendo volare in aria la maggior parte dell edificio che riprecipitò al suolo con un boato.

Sorrise maligna e iniziò ad incamminarsi verso l'autostrada che vedeva in lontananza facendo attenzione a calpestare il più possibile: case , persone , automobili. tutto svanì appiattito sotto i suoi grandi piedi. Camminava con assoluta noncuranza e superiorità sapendo perfettamente che niente poteva fermarla. Nel suo lento vagare si accorse che la vescica chiamava. Come fare? 

"dubito che esistano gabinetti per gente di 100 metri" mormorò.
Il suo sguardo vagava tra le case fino a fissarsi su un basso edificio a tre piani
 "potrei crearlo io.. " aggiunse ridente. 
Con due rapidi passi si avvicinò al palazzo si accosciò e lo scoperchiò con un rapido movimento della mano. gli occupati erano svegli e in casa almeno sei ragazzi e rispettive compagne occupati in una festicciola privata. 
"ehi! non mi avete invitata! eppure guardate qui che bello" disse mentre con una mano allargava le labbra della sua figa enorme. 
I ragazzi gridarono di terrore e cercarono di fuggire dall'edificio ma Carmen, con pochi semplici gesti, devastò la zona circostante e con i detriti otturò le uscite. Si posizionò sopra il palazzo scoperchiato mettendo la sua figa a pochi cm dai ragazzi e poi pisciò: un enorme getto giallo si riversò tra i ragazzi che ne vennero rapidamente sommersi. Quelli che avevano provato a fuggire si ritrovarono sommersi per primi mentre il getto di piscio riempiva la casa trascinando mobili e persone nel suo scorrere. Carmen osserva soddisfatta la fine di quei piccoli bastardi e i rivoli della sua urina che iniziavano ad uscire dall'edificio. Vide alcuni di loro che rimanevano intrappolati tra i mobili che si agitavano per sfuggire ad un destino inevitabile e rise.

Finito di pisciare si alzò e riprese la sua passeggiata osservò sulla strada principale una grande massa di persone che si dava alla fuga. Si avviò da quella parte mettendosi in ginocchio facendo tremare la terra "dove andate? ho appena iniziato!" si mise a quattro zampe lasciando penzolare i suoi seni enormi e fantastici sopra la folla terrorizzata e lentamente iniziò a scendere urtando con i seni e i fianchi i palazzi vicini che rapidamente crollarono. La gente scappava correndo in tutte le direzioni ma la maggior parte di loro era spacciata! Con le loro piccole gambe non potevano sfuggirle. i suoi seni toccarono le prime persone che alzarono le mani in un patetico ed inutile tentativo di fermare la discesa di quelle tette divine. Carmen percepì ogni singola mano sui suoi seni e godette della sensazione restando ferma per un attimo poi riprese a scendere schiacciando ad uno ad uno i suoi giocattoli sotto tonnellate di calda carne. Sentì una lieve sensazione di puntura sulla spalla, nulla di fastidioso ovvio, ma sembrava che qualcuno le stesse sparando contro. Un orribile mancanza di rispetto che liquidò calando il pugno su vari edifici che subito crollarono con un rombo. Davanti a se vedeva le luci rosse e blu della polizia. "idioti" pensò "credono di essere in grado di fermarmi" rotolò verso di loro lasciando una paurosa scia di devastazione sotto il suo corpo e quando si fermò (molto oltre i poliziotti) della linea di battaglia della polizia non vi era più traccia (se non per delle macchioline rosse sul suo corpo)si alzò e iniziò a procedere versovle zone ancora intoccate della città.

sabato 20 luglio 2013

La piccola spiaggia appartata



“Kim ! Dove stiamo andando? Lo sai che non possiamo uscire dallo stabilimento... ci sono gli umani” la voce rimbombò sopra la città come un tuono sembrava incredibilmente potente eppure Jenny era solo uan ragazzina di 19 anni.
“E chi se ne frega?” rispose la voce di Kim soffocando le risate. “non è che possono dirci niente.”
“non vorrai mica uccisderli di proposito... lo sai che è vietato”
“ma no! Voglio solo un posto dove possiamo starcene tranquille senza tutti quei ragazzi che ci fissano.”

I tremori intorno alla città si fecero più forti seguendo il ritmo dei passi enormi delle due gigantesse che stavano sconfinando. La popolazione umana e quella gigante avevano sempre convissuto più o meno pacificamente fino a quel momento. Per fortuna i gulliveriani non avevano mai sentito la necessità di espandersi nelle terre popolate da umani. Addirittura avevano votato leggi per salvaguardare le loro città. Almeno in teoria per un gulliveriano lo sconfinamento era un reato grave. In pratica però non era raro che qualche città umana subisse “danni accidentali” a causa di gulliveriani distratti. Era opinione comune nel popolo dei giganti che gli umani fossero semplicemente troppo piccoli. Di conseguenza moltissimi incidenti venivano tollerati. Dal punto di vista dei governi umani invece erano vissuti come calamità naturali. Almeno finché qualche gulliveriano non sconfinava nella propria città.

Gli abitanti di Kennon City fissarono terrorizzati le due gigantesse che si stagliavano al di là delle montagne. Tutti gli umani sapevano dell'esistenza dei gulliveriani, conoscevano le loro straordinarie dimensioni ma le nozioni scolastiche non erano sufficienti a preparare la mente a due ragazze talmente grandi da poter scavalcare le montagne dietro la città senza il minimo sforzo.
Le ragazze chiacchieravano tra loro senza badare all'infradito di Jenny che appiattiva decine di edifici alla periferia cittadina. Ridevano e escherzavano come qualsiasi ragazza al mare.
La gente in città iniziò a correre in tutte le direzioni per cercare di salvarsi. Era un gesto futile considerando che il tallone di Kim era grande quanto uno stadio, l'intero piede poteva appiattire senza sforzo interi blocchi cittadini. Le ragazze camminavano in città con passi lenti e misurati che erano come meteoriti per la popolazione. Le gente implorava, pregava piangeva cercando un po' di pietà dalle due ragazze che indifferenti avanzavano verso la costa.

“ah, finalmente un po' di privacy. Detesto quando tutti mi fissano” disse Kim
“Siamo in mezzo ad una città di umani, ci staranno fissando tutti”
“Be, loro non contano no? Dai rilassati, sono solo umani”

Mentre le due gigantesse parlavano in mezzo alla città la polizia stava cercando di evacuare più gente possibile prevedendo che presto le ragazze si sarebbero sedute. I poliziotti si agitavano cercando di controllare la fiumara di gente cercando di ignorare gli immensi piedi delle titane che si intravedevano poche strade più in là. Improvvisamente su uno di questi gruppi si fece buio. Prima che qualcuno potesse realizzare quello che stava succedendo un enorme pezzo di stoffa cadde su un gruppo di edifici: il pezzo di sopra del bikini di Kim. I lacci sottili spessi come treni si sfracellarono sugli edifici demolendoli o appiattendo le centinaia di persone. Le coppe, di dimensioni modeste per una gulliveriana, appiattirono interi blocchi cittadini. La ragazza mandò un sospiro di piacere mentre distendeva il busto. Il suo seno giovane apparve come una coppia di colline per gli umani che ebbero il coraggio di guardare. Migliaia di ragazzi in città osservavano rapiti il seno di Kim mentre anche Jenny procedeva a mettersi in topless. Le ragazze avanzarono tra gli edifici fino ad arrivare a bagnarsi i piedi nel porto della città. Molte piccole navi si erano allontanate ma i grossi traghetti e le navi da crociera erano ancora troppo vicini. Due sparirono sotto il piede nudo di Jenny altre si ribaltarono a causa delle onde causate dal passo.
Molti sopravvissuti sperarono che a questo punto le due gulliveriane andassero a fare il bagno allontanandosi. Purtroppo per loro le lunghe gambe bronzee di Kim si piegarono, le mani si poggiarono su alcune aree della città il lontananza a sostenere il suo giovane corpo mentre si sedeva. La distruzione causa dal sedere della giovane gulliveriana era inimmaginabile. L'intero quartiere degli affari sparì sotto se sue natiche insieme a migliaia di persone. Pochi istanti dopo la ragazza si distese sulla schiena ridacchiando indifferente al genocidio. Di fianco a lei Jenny si inginocchiò sulla linea dell'acqua. Distese le mani. La gente capi cosa stava accadendo prima ancora che lei dicesse “credo che abbronzerò prima un po' la schiena.” poi si abbassò la gente urlava e pregava mentre la sua pancia piatta schiacciava case e palazzi. Quelli che si trovavano più avanti ebbero una visuale perfetta e agghiacciante della distruzione solo per poi vedere il seno pieno di Jenny accartocciare i grattacieli sotto il suo peso. In un attimo un altro quartiere sparì mentre i seni di Jenny formavano dei confortevoli crateri.
Poco meno di un decimo della città si era salvato. Ora le ragazze stavano immobili chiacchierando
“Sai, stendersi su una città da una sensazione fantastica.” disse Jenny
“lo so. Dopo un po' è come sabbia finissima.” rispose Kim ad occhi chiusi.
“Non ti dispiace un po' per loro?” chiese Jenny con più curiosità che empatia nella voce.
“E per cosa? Due belle ragazze sono venute a prendere il sole da loro. Dovrebbero esserci grati.” disse Kim ridendo.
“in effetti hai ragione. I ragazzi, quelli sopravvissuti almeno, si staranno godendo lo spettacolo ora.”

“magari invece di starsene con le mani in mano potrebbero spalmarci un po' d'olio abbronzante”

venerdì 19 luglio 2013

Crescita Esponenziale 1



Tim aprì frettolosamente la porta del suo appartamento per far entrare la sua ultima conquista. Finalmente ci era riuscito dopo settimane di corteggiamento se la sarebbe portata a letto! Entrò in casa trepidante mentre dietro di lui entrava Carmen, era una ragazza di 22 anni bellissima alta, capelli neri lunghi, occhi verdi, labbra carnose, gambe lunghe e sensuali e un fisico da modella con uno spettacolare paio di seni. In realtà lei era una modella ma al momento a Tim interessava poco quale fosse il suo lavoro.
Finirono rapidamente a letto, anche lei sembrava abbastanza assetata di sesso e presto si spogliarono a vicenda fino a rimanere in intimo. lei era divina alta e fantastica nel suo tanga nero e i suoi tacchi a spillo. Tim si fermò un momento e decise di usare una sorpresa che si era portato dal lavoro. con notevole sforzo si alzò e andò in cucina e prese una strana pillola rossa.

"Cos'è?" chiese Carmen interessata.

"E' un afrodisiaco che stiamo ancora sviluppando giù al laboratorio però ti garantisco che è praticamente finito e che è una bomba!". Carmen dal canto suo lo fissò perplessa per un attimo. In effetti lei non era mai riuscita a godere come si deve era troppo fredda e forse era il caso di smuoversi un po'. Strappò di mano la pillola a Tim e la ingoiò poi ripresero da dove si erano fermati.

Erano alle solite pensò Carmen. prima di poter godere doveva succhiarlo a quel povero fesso di Tim. il lavoro di bocca era la sua specialità e Tim era steso catatonico sul letto cercando di trattenersi.

Ma c'era qualcosa di diverso... man mano che passavano i secondi sentiva il cazzo di Tim più piccolo nella sua bocca. Si guardò un po' intorno n cerca di un riferimento accorgendosi che la sua testa quasi toccava il soffitto! Ed era stesa! Tim non sembrava essersi accorto di niente. Carmen sorrise perfida, adesso sarebbe stata lei a usarli come oggetti di piacere e non il contrario! Diede due poderose leccate a Tim che venne all'istante. Lei ingoiò e poi si stese sulla schiena sollevando Tim.

"Ora tocca a me godere" dicendo questo se lo appoggiò sul seno destro e lui subito iniziò a leccarle il capezzolo. "mmm" il piacere che provava Carmen era enorme era come se insieme a lei fosse cresciuta anche la sua sensibilità. spinse Tim più in basso verso la sua figa invitandolo a penetrarla. sulle prime quasi non sentiva nulla ma man mano che il ragazzo continuava a stimolarla lei si bagnava di più.
Era fantastico! La sua più remota fantasia sessuale si stava realizzando! Era quasi più questo a farla godere che Tim.
Dal canto suo il giovane iniziò a rendersi conto che qualcosa non andava. Ok Carmen era alta ma non così alta! La sua figa era grossa come il suo busto e lui ne era sommerso quasi totalmente
"ehi ma che succede!?!" in tutta risposta Carmen mugulò di piacere e allungò le mani verso il suo piccolo amante iniziandolo a spingere dentro di lei. Tim urlò a squarciagola ma ormai lei era in estesi e non si curava più di nulla se non del suo piacere. Tim si sentì spingere dentro da mani enormi vide come il suo agitarsi non facesse altro che aumentare il piacere della sua carnefice. Ormai era fuori solo la sua testa ma la ragazza sembrava determinata a mettere dentro anche quella mentre con due dita si stimolava. ormai gemeva di puro piacere e Tim sentì i muscoli contrarsi introno a se. le sue ossa si stavano spezzando per la troppo pressione e lui cercava di uscire non sapendo che così aumentava solo il piacere di Carmen.

Infine la ragazza venne i muscoli della figa si contrassero e sbriciolarono Tim con uno spruzzo di sangue.

Grande è bello



Se anche voi, come me siete irrazionalmente eccitati all'idea che una ragazza cresca a dimensioni smisurate e inizia a fare quello che le pare o se amate fantasticare sull'idea di essere rimpiccioliti e usati come schiavi da sensuali dee indifferenti. questo è il posto che fa per voi.

La nostra è una fantasia strana, irrealizzabile, per cui dobbiamo accontentarci di fare finta. E a me piace un sacco fare finta. Adoro scrivere storie più o meno lunghe riguardo le donne giganti, le dee, le titane e le padrone.
E, cosa che dovrebbe interessavi, adoro condividerle con il resto della nostra comunità. Da qui l'idea di questo sito.

Ma non dilunghiamoci in inutili spiegazioni e andiamo subito alla parte che ci interessa. Sono una frana a fare i collage ma adoro scrivere storie magari basandomi sull'idea data da qualche collage preso in giro (ad esempio quello che fa da copertina a questo post). visto che la mia fantasia copre tutto lo spettro del Size Fetish (tutte le fantasie sulle dimensioni dal sapore erotico e spesso pornografico) ho deciso di organizzare così il blog seguendo una comoda scaletta:

Venerdì: storia a puntate.
Sabato: storia breve Mega (ovvero una gigantessa che cresce)
Domenica: storia breve di rimpicciolimento
Lunedì: storia breve di coppia gigante (un lui e una lei enormi)
Martedì: qualcosa a piacere
Mercoledì: storie brevi a richiesta (poi spiego)
Giovedì: Storia mega con gigante (si, un uomo enorme)

é bene avvisare da subito: la maggior parte di queste storie contengono MATERIALE NON ADATTO AI MINORI come: sesso, masturbazione, nudità, violenza e altre cose che ora non mi vengono in mente ma tutte molto porno. Quindi se avete meno di 18 anni ARIA! O almeno non venite a lamentarvi.

Direi che le premesse le abbiamo fatte.
Buona lettura.

ps: l'immagine sopra è presa da GIANTESSBOORU